Un progetto di e con Consorzio Balsamico
Drammaturgia di Giada Borgatti
Con Silvia Cristofori, Eva Miškovičová, Alessandra Stefanini
Marionette di Alessandra Stefanini
Scene di Eva Miškovičová
Luci di Marco D’Amelio
Musiche originali e paesaggio sonoro di Timoteo Carbone
Foto Cristina Panicali
Supporto artistico Nadia Milani e Valeria Sacco
Regia di Virginia Franchi
Una produzione Consorzio Balsamico e LISA
Con il sostegno di Ass. Cult. TEATROinSTALLA
In collaborazione con Centro Teatrale MaMiMò
Lo spettacolo ha debuttato a Romaeuropa Festival a Settembre 2022
Il primo studio è stato presentato al Festival Mondial Des Théâtres de Marionnettes
di Charleville-Mézières OFF de Rue 2021 (FR)
Nel 2020 il progetto ha mosso i suoi primi passi all’interno del festival Arrivano dal mare promosso da Teatro del Drago e all’interno della stagione teatrale Rifugi al Centro Teatrale MaMiMò - Teatro Piccolo Orologio.
NOTE DI REGIA
Ogni cosa inizia da un seme.
Ogni seme è l'inizio di una storia.
Ma non tutti semi sono uguali.
Talea dorme da 412 giorni. Mentre il suo corpo resta nel lettino, la sua parte più profonda, Humus, abita il luogo del sonno, uno spazio fuori dal tempo dove tutto ciò che la circonda è terra. Terra che accoglie, terra che sommerge, terra che frana per portarsi via il poco rimasto. In questo ambiente dell’Altrove, c’è spazio per la pura essenza delle cose: la cura sincera, la paura spaventosa che paralizza. Ma nel sonno si rivelano anche i modi in cui è possibile, attraverso l'immaginazione, sublimare la realtà, scegliendo di fermarsi, di prendersi un tempo, anche solamente di stare. Nel sonno impara che in mezzo alle zolle rovistate e alle radici spezzate è ancora possibile scorgere speranza.
Una speranza non ideale, ma concreta: la speranza di poter ancora immaginare il proprio futuro, con il coraggio dell’infanzia e la forza del seme, che si apre in due per mettere radici e germogliare.
In fondo, che serve?
Solo pochi centimetri di terra.
TEMA
Questi pochi centimetri di terra nasce dalla scoperta dell'esistenza della Sindrome da Rassegnazione, una patologia riscontrata in Svezia a partire dai primi anni 2000 in bambini, bambine e adolescenti, provenienti da famiglie rifugiate, in attesa di asilo politico e cittadinanza.
Approfondendo questa ricerca, lo spettacolo ha indagato le qualità e le caratteristiche del sonno, come spazio intimo e privato in cui osservare e osservarsi. Vengono colpiti dalla sindrome infatti quei bambini e ragazzi che vivono una realtà per loro spaventosa e si rifugiano in un sonno che non finisce, capace di durare anche anni. Portando questa situazione nella nostra quotidianità, abbiamo trovato, nel tempo sospeso, un'esperienza che accomuna tutti, a prescindere da etnia, genere o fascia d'età d'appartenenza. Tutti, prima o poi, ci troviamo a vivere una situazione di spaesamento, di titubanza, di annichilimento verso il futuro, un momento in cui le prospettive e le visioni più profonde vengono messe in discussione. Lo spettacolo racconta questo tempo, trovando nel linguaggio botanico e nella vita dei semi uno specchio del umano.
LINGUAGGI
La narrazione è affidata a due marionette dalla particolare struttura a matrioska, dove una creatura contiene l’altra, proprio come accade per le famose bambole di legno russe. Queste due creature, che in realtà sono una, abitano un luogo sospeso, in cui la materia che predomina è la terra.
Terra sotto il letto.
Terra tra i lenzuoli.
Terra nelle scarpe.
Completano il quadro le tre animatrici, che diventano narratrici e testimoni della storia, che avviene per mezzo delle loro mani e dei loro corpi, oscillando il proprio ruolo da attente macchiniste a personaggi reali e imprescindibili della narrazione.
L’azione si muove all’interno di un perimetro di ferro che ha il preciso scopo di contenere il tempo della storia, diventando casa abitata, luogo del sonno e, ancora di più, zolla di terra che racchiude la vicenda.
Foto di Piero Tauro
Il primo studio presentato al Festival Mondial Des Théâtres de Marionnettes
di Charleville-Mézières OFF de Rue 2021 (FR)
Progetto fotografico a cura di Cristina Panicali
Nel 2020 il progetto ha mosso i suoi primi passi all’interno del festival Arrivano dal mare promosso da Teatro del Drago e all’interno della stagione teatrale Rifugi al Centro Teatrale MaMiMò - Teatro Piccolo Orologio.